L’epilessia rappresenta una delle patologie neurologiche più diffuse, particolarmente fra le persone anziane. Si tratta di una patologia dovuta al ripetersi di una breve e improvvisa attività elettrica cerebrale che altera il comportamento in base all’area cerebrale da cui si genera. “Le manifestazioni sono varie e bizzarre – spiega Angelo Labate, ordinario di Neurologia presso l’Università di Messina e Coordinatore del Gruppo di Studio Epilessia della Società Italiana di Neurologia (SIN) – come episodi di improvvisa perdita della coscienza, caduta a terra e movimenti di tipo convulsivo oppure crisi in cui possono essere avvertite sensazioni particolari quali lampi di luce, rumori, formicolii, immagini di ricordi del passato, automatismi.

Le cause dell’epilessia possono avere un’origine genetica, soprattutto in alcune forme più rare mentre la maggior parte sono multifattoriali o dovute a lesioni strutturali cerebrali, come danni perinatali, malformazioni del cervello o dei vasi sanguigni, ictus cerebrali, meningiti o encefaliti. Prevenzione per una persona con epilessia significa soprattutto evitare potenziali fattori scatenanti come, a esempio, importanti alterazioni del ciclo sonno-veglia, l’abuso di alcol o di sostanze stupefacenti e stimoli luminosi”. Negli ultimi anni, la ricerca ha fatto passi da gigante nel trattamento dell’epilessia. Oggi disponiamo di oltre 30 farmaci anticrisi, con i farmaci di terza generazione che offrono molecole più efficaci e tollerabili. Inoltre, la chirurgia dell’epilessia, la neurostimolazione cerebrale e la dieta chetogenica rappresentano valide opzioni terapeutiche in alcuni casi più complessi.